Rossana Bossaglia
La matrice, diciamo così, psicologica di questa limpida e insieme inquietante sequenza di pitture, è la “natura morta”; intesa come definizione di un genere artistico sorto nel “Seicento” che presto comprese non soltanto forme animali e vegetali ormai senza vita, bensì anche vari oggetti presenti nel quotidiano. Un’ispirazione iconografica, ma insieme emotiva, una sorta di remota suggestione fantastica, che ha condotto l’artista non ad applicarsi ad un genere pittorico evoluto nel tempo e ancor oggi praticato da molti maestri secondo formule moderne, bensì ad ispirarsi direttamente ai modelli del passato, in una rievocazione che non riguarda tanto gli oggetti rappresentati quanto il modo con cui erano visti e descritti, dunque sentiti.
Su questa strada, Daniela Giovannetti è giunta anche a raffigurare ceramiche e altro vasellame d’arredamento, o addirittura ad utilizzare marmi, quindi sostanze scultoree, passando dalla felice suggestione tridimensionale propria della pittura a oggetti tridimensionali di per sé. E a dire il vero, quando le sue opere sono riprese in fotografia, facciamo fatica a capire se si tratta di dipinti o di modellazioni nello spazio, tanta è la perizia esecutiva.
Rossana Bossaglia, dal catalogo della mostra “Vivere Modern living”, Trento, 2004
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